Tiroidite e Celiachia: Alcuni studi dimostrano una possibile correlazione
Tiroidite e celiachia vanno spesso a braccetto, chi è affetto da celiachia non diagnosticata ha un elevato rischio di sviluppare una serie di patologie autoimmuni.
La celiachia è spesso collegata a diverse patologie autoimmuni come:
- dermatite erpetiforme,
- gastrite autoimmune,
- diabete di tipo I,
- psoriasi
- tiroidite di Hashimoto e morbo di Basedow.
Una diagnosi precoce seguita dalla sospensione del consumo di glutine previene tali malattie autoimmuni.
INDICE DEI CONTENUTI
Tiroidite e celiachia: Alcuni studi scientifici dimostrano una possibile correlazione.
Le malattie autoimmuni nella celiachia sono correlate alla durata dell’esposizione al glutine
- Ventura [1999] Background e obiettivi: La relazione tra malattia celiaca e molte malattie autoimmuni è stata spiegata con la condivisione di un fattore genetico comune. In uno studio multicentrico nazionale, abbiamo esaminato la relazione tra la prevalenza di malattie autoimmuni in malattia celiaca e la durata dell’esposizione al glutine.
- Conclusioni: I nostri dati dimostrano per la prima volta che la prevalenza di malattie autoimmuni nella celiachia è correlato alla durata dell’esposizione al glutine.
(Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10419909)
Valori alterati di T4, FT4, T3 e TSH si normalizzano dopo due mesi di dieta senza glutine
- Magazzu [1983] è uno dei primi a suggerire che disfunzioni alla tiroide possano essere secondarie alla fase attiva della malattia celiaca: in un bimbo le anomalìe alla tiroide (diminuiti T4, FT4 e T3, aumentati TSH) si normalizzano dopo due mesi di dieta senza glutine.
(Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6622144)
Successo terapeutico in pazienti affetti da disturbi della tiroide dopo sospensione del glutine
- Collin [1994] segnala 4 casi di celiachia scoperta in pazienti primariamente affetti da disturbi della tiroide. Con la sospensione del glutine si ha un buon successo terapeutico.
(Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7959226)
Valori alterati della tiroide e livello di FT4 si normalizzano dopo sospensione del glutine in paziente affetto da diarrea e ipertiroidismo
- Batge [1998] descrive un 58 enne con diarrea che è sotto trattamento farmacologico per una situazione di ipertiroidismo. Avendo riscontrato l’atrofia dei villi, viene iniziato un regime senza glutine che subito migliora i sintomi e normalizza i valori alterati della tiroide e il livello di fT4.
(Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=Batge%20%5B1998%5D%2058)
Normalizzazione della tiroide con una dieta senza glutine
- Sategna-Guidetti [2001] valuta gli effetti dell’adozione di un regime senza glutine in pazienti celiaci precedentemente a dieta libera (con glutine), che dalle analisi risultano affetti da ipotiroidismo (31 casi) otiroidite autoimmune (29 casi). Nella maggior parte dei pazienti dopo un anno senza glutine si registra una normalizzazione delle condizioni della tiroide, specialmente in coloro che erano stati più scrupolosi nell’applicazione del regime senza glutine.
(Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=Sategna-Guidetti%20%5B2001%5D%2031%2029)
Guarigione da macroamilasemia e ipotiroidismo con un regime senza glutine
- Barera [2001] riporta il caso di una 11enne con unatiroidite autoimmune e macroamilasemia. La bambina si presenta anche con dolore cronico addominale eritardo della crescita, per cui viene riscontrata l’atrofia dei villi.
- Un regime senza glutine porta in remissione sia l’ipotiroidismo secondario alla tiroidite autoimmune, sia la macroamilasemia secondaria a pancreatite cronica.
(Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=Barera%20%5B2001%5D%20macroamilasemia)
Remissione da tiroidite, anticorpi anti-b2-glicoproteina1, macroamilasemia e macrolipasemia con dieta senza glutine
- La Villa [2003] descrive il caso di una paziente diagnosticata celiaca con tiroidite, anticorpi anti-b2-glicoproteina1, macroamilasemia e macrolipasemia, i cui problemi regrediscono, in particolare la tiroidite, dopo aver iniziato un regime senza glutine.
(Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=La%20Villa%20%5B2003%5D%20macroamilasemia)
Remissione da tiroidite di Hashimoto e morbo di Addison con dieta senza glutine
- Valentino [1999] descrive una 23enne con diagnosi di ipotiroidismo dovuto a tiroidite di Hashimoto che coesiste con morbo di Addison e blocco ovarico. L’esame bioptico rivela l’atrofia dei villi e la dieta senza glutine viene iniziata, il chè determina un notevole miglioramento clinico accompagnato, in un periodo di tre mesi, dalla riduzione progressiva dei farmaci sia per la tiroide che per l’insufficienza surrenale. Valentino [1999] stimolato da ciò trova la celiachia in altri 5 pazienti con tiroidite autoimmune. Anche in questi casi il regime senza glutine determina un’eccellente risposta clinica e dei valori della tiroide.
(Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10401714)
- Jiskra [2003] segnala finanche che gli anticorpi celiaci antigliadina hanno una stretta correlazione con la dose di medicazione (levotiroxina) necessaria per controllare le tiroiditi, maggiore la concentrazione degli anticorpi, maggiore il dosaggio richiesto.
(Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=Jiskra%20%5B2003%5D%20antigliadina)
Tiroidite e celiachia: due patologie associate
Rischio di malattie della tiroide in soggetti con malattia celiaca
Background: È stato suggerito che la malattia celiaca è associata a malattie della tiroide. Studi precedenti, tuttavia sono stati prevalentemente trasversali e spesso mancavano controlli. Vi è quindi una necessità per ulteriori ricerche. In questo studio, abbiamo stimato il rischio di malattie della tiroide in individui con celiachia malattia da una coorte di popolazione generale.
Conclusione: la malattia celiaca è associata a malattie della tiroide e queste associazioni sono state viste a prescindere della sequenza temporale. Ciò indica un’eziologia condivisa e che questi individui sono più suscettibili alla malattia autoimmune.
(Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=Jiskra%20%5B2003%5D%20antigliadina)
La celiachia è spesso asintomatica.
Circa 1 persona su 100 è celiaca, ma con buona probabilità non sa di esserlo la celiachia spesso non presenta sintomi particolari.
Anche se l’ esame risulta negativo la prima volta, lo screening della celiachia deve essere ripetuto a intervalli regolari.
Per ogni celiaco diagnosticato correttamente, ve ne sono almeno altri sette a cui la celiachia non viene diagnosticata.
Le diverse forme di celiachia.
Celiachia Tipica
Si manifesta con con diarrea e fortissimi dolori addominali e raramente con una forte stitichezza.
Celiachia Atipica
Si manifesta con diarrea come in quella tipica e sono invece quasi sempre presenti delle forti fitte addominali.
Celiachia Silente
Non si manifesta con sintomi particolari è come se si nascondesse, ma in realtà è presente, infatti la mucosa intestinale è infatti compromessa come nelle forma tipica e atipica di celiachia.
Celiachia Latente
Si tratta di quei soggetti che hanno una predisposizione alla celiachia ma al momento hanno una mucosa intestinale normale.
Ma a distanza di tempo i sintomi compariranno è bene quindi effettuare monitoraggi nel tempo.
Celiachia Potenziale
Siamo nel caso in cui è presente una predisposizione genetica alla malattia, in questo stato la celiachia non è già sviluppata in forme gravi come quella tipica o atipica, ma è alto il rischio di sviluppo futuro e quindi consigliato fare screening periodici.
Tiroidite e celiachia: Il glutine può causare lo stress metabolico
Konopka [1976] documenta che a livello biologico c’è un aumento della capacità di buffer c-AMP dei tessuti della tiroide dopo 7 mesi di adozione di un regime senza glutine. Cioè il consumo di glutine determinerebbe, in parole semplici, un’interferenza cronica a livello cellulare che pone sotto STRESS la tiroide.
Questa reattività a distanza con antigeni generati dall’intolleranza al glutine viene alimentata senza dubbio, secondo Freeman [1995], dalla aumentata permeabilità della mucosa intestinale che caratterizza la progressione celiaca.
(Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed?term=Konopka%201976%20gluten)
La ghiandola tiroidea, sempre secondo Freeman [1995], a causa dello sviluppo embrionale che condivide con il tratto gastrointestinale, è soggetta a noduli e linfomi proprio come avviene in caso di intolleranza al glutine a livello intestinale.
(Fonte: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7787437)
Celiachia da imputare al grano modificato geneticamente?
Nel 1974 il Prof. Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, con un gruppo di ricercatori del CNEN (Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare) indusse una mutazione genetica nel grano duro denominato “Cappelli”, esponendolo ai raggi gamma di un reattore nucleare per ottenere una mutazione genetica e, in seguito, incrociandolo con una varietà americana. Dopo la mutazione, il povero grano era diventato “nano”, mostrando differenze, in positivo, in caratteri come la produttività e la precocità nella crescita. Questo nuovo tipo di grano mutato geneticamente, non OGM, ma irradiato, fu battezzato “Creso” e, con esso oggi si prepara ogni tipo di pane, pasta, dolci, pizze, alcuni salumi, capsule per farmaci, ecc. (con questa farina si prepara circa il 90% della pasta venduta in Italia).
Fonte: Il mal di glutine di Lorenzo Acerra
Negli ultimi vent’anni, l’incidenza della celiachia è passata da 1/1000 a 1/100, l’incremento dei casi di celiachia è da imputare al Creso?
Questo non lo possiamo sapere con certezza, ma lasciamo questa domanda come spunto di riflessione.
LIBRI CONSIGLIATI SULL’ ARGOMENTO PER UNA SANA ALIMENTAZIONE SENZA GLUTINE
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